Per la prima volta Bing (con chatGPT) fa davvero paura a Google

Una partita senza sfidanti

Google è il motore di ricerca più utilizzato al mondo perché sin dalla sua nascita, nel 1998, ha saputo offrire risultati di ricerca precisi e pertinenti, raggiungendo un livello di accuratezza e completezza difficilmente eguagliabile dai suoi concorrenti.

Da quando è nato, l'unico suo possibile concreto concorrente è stato Bing, ma i risultati di ricerca offerti da Bing erano meno precisi e completi rispetto ai suoi, il che ha permesso a Google di guadagnare rapidamente una posizione dominante nel mercato dei motori di ricerca.

Oggi però, i risultati di ricerca offerti da Bing sono migliorati notevolmente e possono essere considerati alla pari (se non in certi casi migliori) di quelli di Google ma la maggior parte degli utenti continua a utilizzare Google perché è abituata a farlo e perché offre molti servizi collegati come Gmail, Google Drive, Google Calendar e molti altri. Inoltre, la sua interfaccia semplice ed intuitiva, l'elevata velocità e la possibilità di personalizzare i risultati in base alle esigenze dell'utente, rendono Google ancora oggi il motore di ricerca preferito da milioni di utenti in tutto il mondo.

In un mondo sempre più connesso ed orientato alla tecnologia, i motori di ricerca sono diventati un elemento fondamentale per la navigazione su internet. Google, il leader del settore, ha dominato il mercato per più di 20 anni, offrendo risultati precisi e pertinenti, ma le cose potrebbero cambiare molto rapidamente.

Senza sfidanti... finora: arriva Chet GPT di OpenAI

Tre settimane fa, un potentissimo chatbot sperimentale si è aapparso all' orizzonte. Può fornire un' ampia di informazioni con frasi semplici e chiare al posto di un elenco di link (per quanto pertinenti). Può spiegare concetti anche complessi in modo che le persone possano facilmente comprenderli. Può persino generare idee ex novo, tra cui strategie aziendali, suggerimenti per i regali di Natale, argomenti per blog e itinerari per le vacanze.

Si dice, tra l' altro, che Microsoft intenda fare un accordo con OpenAI per incorporare questo potente modello di linguaggio naturale chiamato ChatGPT nel suo motore di ricerca Bing. Questa partnership potrebbe cambiare drasticamente il panorama dei motori di ricerca, invertendo per la prima volta il dominio assoluto e monopolistico di Google.

ChatGPT è un modello di intelligenza artificiale di ultima generazione che utilizza una rete neurale per generare testo in modo autonomo. È stato addestrato su miliardi di parole e frasi, acquisendo una vasta gamma di conoscenze e competenze. Questo rende ChatGPT in grado di generare risposte a domande complesse e di fornire risultati di ricerca precisi e pertinenti.

Incorporando ChatGPT in Bing, Microsoft potrebbe offrire agli utenti un'esperienza di ricerca ancora più personalizzata e pertinente. Invece di rispondere ad una rucerca con un elenco di collegamenti web pertinenti, ChatGPT può generare risposte in forma di testo, fornendo agli utenti informazioni complete e dettagliate sulla loro ricerca.

ChatGPT può anche essere utilizzato per fornire risposte a domande complesse tramite una conversazione naturale, il che renderebbe Bing la scelta ideale per gli utenti che cercano informazioni specifiche o che vogliono interagire con il motore di ricerca in modo più naturale ed approfondito.

Inoltre, l'uso di chatbot e assistenti virtuali sta diventando sempre più comune, sia a livello personale che aziendale, e Bing potrebbe avere (per primo) un vantaggio competitivo enorme in questo settore grazie a queste tecnologie. In futuro, potrebbe essere anche possibile utilizzare Bing (con ChatGPT) per interagire con i propri dispositivi domestici intelligenti, effettuare prenotazioni online, effettuare ricerche su prodotti, creare immagini, canzoni, fare lavori complessi e molto altro ancora.

Altro vantaggio: l'integrazione di ChatGPT in Bing potrebbe anche portare ad un aumento della sicurezza online, poiché può essere utilizzato per rilevare e filtrare contenuti dannosi o fraudolenti (tipo il Phishing, per intenderci).

Google, però, non ha certo dormito

Questa partnership tra Microsoft e OpenAI rappresenterebbe un passo in avanti importante per il settore della ricerca web e potrebbe rappresentare una serissima minaccia per il dominio di Google.
Tuttavia, Google è certo stato seduto con le mani in mano: da anni sta continuando a investire sull' intelligenza artificiale e su tecnologie di elaborazione del linguaggio naturale per migliorare i suoi servizi di ricerca.

Google ha già costruito un chatbot che potrebbe essere il diretto rivale di ChatGPT ed,in effetti, la tecnologia alla base del chatbot di OpenAI è stata in buona parte sviluppata proprio da ricercatori di Google.

Il chatbot di Google di chiama LaMDA, o Language Model for Dialogue Applications, ed ha ricevuto un'enorme attenzione questa estate quando un ingegnere dell' azienda di Mountain View, Blake Lemoine, ha affermato che fosse  addirittura senziente.

Cosa conviene a chi?

Pur avendo quindi anche lui le "sue armi", Google potrebbe essere tuttavia restio a utilizzare questa nuova tecnologia come sostituto della ricerca online poiché non è adatta per la vendita di annunci digitali, che rappresentano più del 80% del fatturato dell'azienda.

Se un chatbot risponde alle domande con frasi brevi, viene meno il motivo per le persone di cliccare sui link degli annunci pubblicitari.

"Google ha un problema di modello di business", ha dichiarato Amr Awadallah, che ha lavorato per Yahoo e Google e ora dirige Vectara, una start-up che sta costruendo tecnologie simili. "Se Google ti dà la risposta perfetta per ogni richiesta, non cliccherai su alcun annuncio".

Anche se ChatGPT ha ancora molto spazio per migliorare, il suo rilascio ha fatto comunque scattare un "codice rosso" al management di Google. Alcuni temono che l'azienda possa essere vicina ad uno di quei momenti che le più grandi società temono: l'arrivo di un enorme cambiamento tecnologico (come del resto è già avvenuto molte volte in passato).

Ok: panico

"Nessuna società è invincibile e tutte sono vulnerabili", ha dichiarato Margaret O'Mara, professoressa all'Università di Washington che si è specializza nella storia della Silicon Valley. "Per le società che sono diventate straordinariamente redditizie facendo una cosa che ha già stravolto il mercato una volta, è molto difficile che riescano ad attuare una seconda grande rivoluzione con qualcosa di completamente nuovo o diverso".

Google potrebbe dunque dover affrontare la prima minaccia seria dalla sua nascita proprio per la sua attività principale: la ricerca web.

I fondatori, Larry Page e Sergey Brin, sono stati chiamati con urgenza dal CEO di Google, Sundar Pichai, per delle riunioni urgenti su come rispondere al repentino cambiamento del panorama dei motori di ricerca. La notizia del possibile accordo tra Microsoft e OpenAI ha scatenato preoccupazioni all'interno del management di Google, poiché rappresenta una minaccia per il dominio di Google nel mercato dei motori di ricerca.

Sundar Pichai, CEO di Google, è stato coinvolto in una serie di riunioni per definire la strategia A.I. di Google e ha stravolto il lavoro di numerosi gruppi all'interno dell'azienda per rispondere alla minaccia rappresentata da ChatGPT. I dipendenti sono stati anche incaricati di costruire prodotti A.I. che possano creare opere d'arte e altre immagini, come la tecnologia DALL-E di OpenAI, che è stata utilizzata da oltre tre milioni di persone.

Man mano che la tecnologia avanza, gli esperti del settore ritengono che Google debba decidere se rivisitare il suo motore di ricerca e rendere un chatbot completamente funzionante il volto del suo servizio principale.

Bella l' AI ma...

Oltre alle ragioni puramente di business, Google è stato restio a diffondere questa sua tecnologia su larga scala poiché, come ChatGPT e sistemi simili, potrebbe generare informazioni false, fraintendibili, parziali o addirittura offensive. LaMDA, infatti, è disponibile solo per un numero limitato di persone attraverso un'app sperimentale: AI Test Kitchen.

Google dovrebbe quindi poter implementare la sua tecnologia IA senza danneggiare gli utenti o la società e questo non è facile.

Alcuni esempi: cinque anni fa, Microsoft ha rilasciato un chatbot, chiamato Tay, che in certi casi utilizzava un linguaggio che poteva essere interpretato come razzista, xenofobo o quantomeno immorale e fu costretta a rimuoverlo immediatamente dalla rete (per non essere utilizzato mai più). Nelle settimane recenti anche Meta ha disattivato un chatbot più recente per ragioni molto simili.

"Una 'demo', per quanto impressionante, di un sistema conversazionale con cui le persone possono interagire come farebbero con un essere umano sembra sorprendente? Sicuramente è un buon passo, ma non credo sarà una cosa che trasformerà veramente la società" ha dichiarato Zoubin Ghahramani, un ingegnere che supervisiona il laboratorio A.I. Google Brain, in un'intervista con il Times lo scorso mese e prima del rilascio di ChatGPT. "Per ora non è qualcosa che le persone possono utilizzare in modo affidabile quotidianamente."

E adesso?

Alla luce di tutto ciò Google dovrà decidere se fare un passo avanti nell'utilizzo di Chatbot come mezzo di ricerca e assistenza clienti ma allo stesso tempo dovrà fare attenzione a non compromettere la qualità dei propri servizi e la sicurezza degli utenti, rischiando di perdere la fiducia dei consumatori e la propria reputazione.

Oggi, questa tecnologia aiuta il motore di ricerca di Google a evidenziare i risultati che tendono a rispondere direttamente alle domande che vengono poste.
Molti esperti ritengono che Google continuerà a seguire questo approccio, migliorando progressivamente il suo motore di ricerca piuttosto che rinnovarlo completamente.
"Google Search è abbastanza conservatore e cercherà di non cambiare drasticamente un sistema che funziona." ha dichiarato Margaret Mitchell, che è stata una ricercatrice di A.I. presso Microsoft e Google.

Anche Sridhar Ramaswamy, che in precedenza si è occupato di pubblicità per Google ed ora dirige Neeva ha dichiarato: "I momenti tecnologici come questo creano un'opportunità enorme di creare una maggiore concorrenza".
Tuttavia, è importante notare che, anche se la tecnologia dei chatbot sta migliorando rapidamente, ci sono ancora molte sfide da superare (poca precisione nelle risposte, dati falsi o parziali, inafidabilità di alcune fonti ecc.) prima che possa diventare una valida sostituzione dei motori di ricerca attuali.
Inoltre, Google ha una lunga storia di successo ed una vasta gamma di servizi collegati, quindi potrebbe essere difficile per i nuovi concorrenti sostituirlo completamente.
Sarà interessante vedere come si evolverà la situazione e come Google risponderà alla minaccia (per ora solo potenziale) dei chatbot "intelligenti".

Il rischio che Google faccia la fine di Nokia dopo l' introduzione degli Iphone è tutt' altro che remoto.

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